Mi è sempre piaciuto scrivere, per cui anni fa avevo aperto una pagina Fb in cui raccontavo scorci di vita, romanzando (a volte anche parecchio) quello che mi succedeva. Nessuno sapeva che dietro la pagina ci fossi io, e nel tempo avevo raggiunto un seguito notevole.
Succede che viene organizzata una rimpatriata con i compagni delle elementari e rivedo lui, ex bambino bruttino e antipatico che si ripresenta sotto forma di uomo attraente (“strafigo“ sarebbe più calzante…),
sicuro di sè, ironico e profumatissimo (il che non guasta mai).
Chiacchieriamo del più e del meno, mi dice che ha aperto uno studio di osteopatia e massaggi shiatsu e mi invita ad andarlo a trovare; arrivata a casa trovo una sua richiesta di amicizia, la accetto, fine.
Un paio di giorni dopo prendo ispirazione da questo incontro per scrivere un post ironico sulla mia pagina, raccontando di una cena in cui un ex compagno di scuola delle elementari, sfigato e bruttarello, tenta un approccio maldestro con la (palese) scusa di un massaggio shiatsu.
Indovinate chi ha sbagliato e ha pubblicato il post sul proprio profilo invece che sulla pagina?
Mi sono accorta dell’errore solo quando ho letto il suo commento, in cui pacatamente (e molto sarcasticamente) mi diceva di farmi meno film mentali e che forse alla nostra età era ora di guardare oltre l’aspetto fisico e puntare alla sostanza. Lui, che era diventato un figo fotonico.
Per la vergogna, ho bloccato lui e tutti i miei ex compagni.
Ah, ho chiuso anche la pagina.