E allora, mi autodenuncio
Il mio ragazzo sta in ospedale per un intervento e ieri me so’ fatta tipo diciotto ore di sedia in sala d’attesa.
Ero un cadavere ambulante quando ho preso l’auto per tornare nella casa che abbiamo affittato al volo, avevo solo necessità di stendermi e dormire (noi viviamo ad Agrigento e lui si è operato a Catania con mezza giornata di preavviso quindi abbiamo corso alla Ben Jhonson per fare valigie, chiudere casa e fare strada)
Oltre alla stanchezza ho la sclerosi multipla e uso la cannabis terapeutica al posto degli antiepilettici; sono pure autistica e discalculica, lo spiego perché solo così si può capire la mia difficoltà e il mio rincoglionimento
Faccio la strada senza problemi ma una volta arrivata a destinazione non mi ricordo in nessun modo né il civico né l’aspetto del cancello del garage in cui dovevo parcheggiare.
Ovviamente il cancello diminchia sta in una stradina a senso unico e ovviamente non c’è un buco libero per fermarsi e cercare con calma quindi faccio il giro tipo ventordici volte, tra lo sguardo prima accigliato e poi preoccupato di, nell’ordine: un padre coi figli in bici che portava il cane e un tipo seduto in una Panda parcheggiata che mi hanno visto PER QUATTRO VOLTE fermare l’auto, scendere, partire a razzo con le chiavi verso un cancello, rendermi conto che NON era quello, girarmi, salire in auto, rifare il giro e ricominciare e che giustamente avranno pensato ‘ma chemminchia sta facendo’ 🙄