Vorrei denunciare un bambino di 11 anni, che poi sarei io, ma molto tempo fa.

Gli eventi risalgono al mio primo campeggio scout, intorno al 1980. Ci trovavamo in una zona impervia dei Monti Sibillini, al confine tra le Marche e l’Umbria. Da bravi scout andavamo vestiti in calzoncini corti, cucinavamo sul fuoco (ancora si poteva) e dormivano in vecchie tende.

La tenda della mia squadriglia era la più vecchia di tutti: si trattava di un vecchio “mottarone”, in pratica una grossa canadese da 8 posti che era stata prima usata dall’Esercito Italiano, poi passata alla Protezione Civile ed infine dismessa per noi scout. Una sera al campeggio c’era stata una gran festa con a mezzanotte un abbondante “squaglio” (così chiamavamo il latte e cacao un po’ denso).

Così quella notte, mentre tutti dormivano, mi svegliai perché avendo bevuto parecchio sentivo la necessità di andare al bagno. Tuttavia, per fare pipì sarei dovuto uscire dalla tenda ed andarmene da solo nella notte verso le latrine o comunque lì attorno, ma avevo paura di farlo, perché era buio e per di più c’erano in giro dei cani semi-selvatici che sentivamo spesso abbaiare.