Estate 2020.

18 anni, gita in traghetto nel golfo di Orosei con degli amici.
Giornata fantastica, riesco persino a non bruciarmi.

Durante il viaggio di ritorno ci dirigiamo al bar del traghetto e prendiamo un gelato. Decidiamo di andare tutti a gustarlo appassionatamente sul ripiano esterno per goderci la vista.

Dopo 20 minuti comincio a sentire un leggero tormento a livello del mio stomaco ma penso convintissimo: “Macché, mica sarà il gelato, non ho mai sofferto di mal di mare, tantomeno ho vomitato se non per malattia e mai in viaggio!”.

Passano altri 5 minuti e uno dei miei amici mi vede strano, mi chiede come sto e spiego la situazione. Tre secondi di silenzio e replica: “Fidati, ti conviene cominciare a correre…”.

Mi accompagna di corsa verso il bagno, manca pochissimo, ma è a tre metri alla porta che riverso tutti i miei contenuti gastrici sul tavolo di due ragazzi che si godevano l’aperitivo!

Per fortuna hanno assistito giusto loro due, il mio amico (che rideva, bast***o), il povero barista che ha dovuto pulire e una signora piuttosto distinta che di tutta risposta mi ha imitato, ma era stata più intelligente a portare con sé una bustina.

Non smetterò mai di ringraziare il mio amico, altrimenti tutto ciò sarebbe successo addosso a una sessantina di signori seduti in terrazzo.